Pamela Busonero, Psicologa e Psicoterapeuta

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La contro-dipendenza affettiva

da | Ott 8, 2019 | Amore e disturbi di personalità | 0 commenti

La contro-dipendenza: chi è il contro-dipendente

La persona con una contro-dipendenza affettiva ha superato le sue paure del rifiuto e dell’abbandono evitando qualsiasi legame emotivo profondo. I legami emotivi vengono vissuti come una grave minaccia alla propria vita.

Ha imparato a fuggire dalla relazione, rendendosi non disponibile emotivamente all’altro.

Il contro-dipendente ha bisogno di mostrare un’immagine di se basata sull’indipendenza, sulla perfezione, sul potere e sul successo, e questo lo porta spesso ad indossare una maschera.

Tipiche personalità contro-dipendenti sono i narcisisti e gli psicopatici.

Da chi è attratto il contro-dipendente

Solitamente il contro-dipendente è attratto da figure che hanno una dipendenza-passiva. Ha bisogno di essere venerato e preso in cura dal partner, e il dipendente passivo sarà disponibile a fare ciò, senza rendersi conto di venire schiacciato, privato di energia.

Il partner è visto come contenitore dove poter riversare le proprie frustrazioni, la propria rabbia e la propria angoscia.

Che tipo di legame instaura

La persona con una contro-dipendenza affettiva ha imparato a sparire dalla relazione, non rendendosi disponibile a qualsiasi tipo di intimità con il partner.

Questo, probabilmente, è frutto del suo passato.

Solitamente il contro-dipendente è stato un bambino che ha imparato che non poteva contare sulle figure dei genitori, a volte per continui rifiuti, altre volte per cause di forza maggiore (per esempio genitori che passavano molto tempo a lavoro, o che hanno affrontato periodi brutti in cui non potevano mettere al centro il figlio).

Quindi, se il dipendente affettivo ha sentito l’interesse da parte dei genitori (seppure in maniera discontinua), il contro-dipendente ha capito fin da subito che doveva rendersi indipendente.

Quando siamo piccoli il nostro mondo è la nostra famiglia e quando cresciamo, senza rendercene conto, proiettiamo ciò che abbiamo imparato all’esterno. In questo caso il contro-dipendente ha imparato a negarsi ai sentimenti ed alle relazioni. Solitamente sono personalità che non riescono a mettersi nei panni degli altri, non riescono a provare empatia.

Incapace di creare legami emotivamente significativi e soddisfacenti, spesso egli avrà comportamenti di dipendenza da gioco di azzardo, sesso compulsivo o abuso di alcool e sostanze.

Il sentimento che prevale nella contro-dipendenza affettiva

Il sentimento che prevale è la vergogna, nascosto dietro la freddezza emotiva. La vergogna è un’emozione negativa che genera un blocco. Il contro-dipendente affettivo vive con disagio i suoi bisogni, li reputa inaccettabili. E vive così anche i bisogni del partner, e piuttosto che prendersene cura, li negherà e fuggirà dalla relazione.

Non sente la tristezza profonda, l’angoscia, la gioia, l’amore.

Non è in grado di piangere o ridere sinceramente.

Tutto questo perché non riesce ad accedere alle proprie emozioni. E come non è in grado di farlo di per se, è ancora più difficile capire le emozioni del partner.

Un altro sentimento di forte impatto è quello del vuoto. Tutte le maschere indossate, i comportamenti di sesso compulsivo o abuso di sostanze servono proprio a colmare questo vuoto profondo che minaccia la persona.

L’illusione della persona contro-dipendente

L’illusione è quella di non aver bisogno di nessuno, per tutti i motivi spiegati precedentemente. La persona contro-dipendente ha imparato fin da piccola a negare i propri bisogni.

Cosa pensa di sé stesso

Per proteggersi dal vuoto e dalla auto-svalutazione che inconsciamente devasta il contro-dipendente, si crea (sempre inconsciamente) l’idea di valere molto più degli altri.

Quindi idealizza moltissimo se stesso e tende a svalorizzare il partner o chi percepisce come minaccia.

Atteggiamento che mette in moto

La sensazione di vuoto che il contro-dipendente non può sentire lo porta a mettere in atto diverse forme di compensazioni: la dipendenza da sostanze e da sesso e la compensazione narcisistica.

Quindi la persona con una contro-dipendenza affettiva tenderà a lasciarsi sedurre dalla propria immagine, ad identificarsi in essa. Tenderà a costruire relazioni solamente per alimentare questo narcisismo, ed il partner verrà visto semplicemente come conferma alla propria grandezza.

Privo di empatia e di sensibilità, sfrutterà il partner, lo userà come oggetto. Egli ha imparato ad essere (a suo vantaggio) un abile seduttore, un ottimo manipolatore ed una persona di successo ed infallibile, ma sempre per nutrire il proprio narcisismo. Quando il partner non servirà più il contro-dipendente lo abbandonerà e si andrà a cercare un’altra preda.

La vera dipendenza del contro-dipendente è proprio questo: il bisogno che gli altri riconoscono la sua grandiosità. Quest’ultima sarà infatti alimentata unicamente dall’esterno. Dietro si nasconde una grande fragilità. Ogni insuccesso, abbandono, disconferma rappresenta una grande minaccia per il contro-dipendente affettivo, e la conseguenza è la deriva depressiva.

EMDR: una terapia per uscire dalla contro-dipendenza affettiva

Il contro-dipendente riuscirà ad uscire dalla contro-dipendenza quando accetterà di aver bisogno dell’altro e si renderà conto del vuoto che ha dentro da tutta la vita.

La difficoltà a lavorare in terapia con persone contro-dipendenti è che accettare tutto questo significherebbe andare incontro ad una grossa deriva depressiva. Per questo motivo molte persone con contro-dipendenza ricordano poco della propria infanzia. Il vero sé è intrappolato e congelato dai traumi della perdita.

In questo senso la terapia con EMDR favorirà l’elaborazione di tutti i ricordi traumatici che hanno portato la persona a illudersi di non avere dei bisogni.

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Dott.ssa Pamela Busonero

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