Dipendenza da Internet
Dipendenza da Internet: cellulari che rubano l’anima
In questi ultimi anni sono comparsi nuovi disagi di notevole interesse per la psicologia: la dipendenza da internet.
Nella letteratura psichiatrica viene classificata come “un disturbo da discontrollo degli impulsi”. Le forme più diffuse sono: dipendenza cybersessuale (sesso virtuale, pornografia, etc..), dipendenza da social network, dipendenza da gioco d’azzardo on-line.
L’arrivo della tecnologia, che da un lato ha portato dei pregi indiscutibili, si è diffuso a macchia d’olio, prendendo parte della nostra vita quotidiana: computer sempre più piccoli, tablet e smartphone sempre connessi col mondo. È possibile usufruirne ovunque ci troviamo ed in qualsiasi momento. Non c’è più bisogno di aprire un giornale per vedere cosa accade nel mondo, ed in pochi secondi possiamo comunicare con una persona che si trova sull’altra faccia del pianeta.
Fortunatamente non tutti quelli che utilizzano la rete ne sono schiavi. È possibile che tale dipendenza colpisca persone con disagi psicologici già esistenti (ansia, depressione, bassa autostima e altri disturbi) o che stanno attraversando dei momenti di vita molto stressanti (lutti, problemi lavorativi, traumi). Queste persone potrebbero cercare conforto, svago, distrazione nella rete – favorita anche dall’anonimato (far finta, per esempio, di essere un’altra persona) – accantonando i veri disagi, che comunque si ripresenteranno più in là in forme anche più gravi. E così si crea un circolo vizioso dalla quale è difficile uscire.
Quali sono i sintomi psico-fisici più comuni:
- mal di testa
- tachicardia
- disturbi della vista
- insonnia
- confusione mentale
- amnesia
L’abuso di internet e dei social è innescato e portato avanti da alcuni meccanismi neuro-psicologici di piacere, soddisfazione ed autostima. Il cervello rilascia delle sostanze psico-attivanti che porta l’individuo ad un utilizzo sempre maggiore.
Come in tutti i disturbi da dipendenza, anche in questo caso troviamo il fenomeno dell’astinenza e craving (pensieri fissi e forte desiderio), in particolare della nomofobia (no-mobile) che si verifica quando il soggetto non può connettersi ad internet per svariati motivi (non c’è rete, ha la batteria del cellulare scarica, etc..) ed è caratterizzata da sintomi di ansia e panico per la paura di non avere informazioni o di non essere in contatto con le altre persone.
C’è un’età per tale dipendenza?
L’abuso di internet e dei social network non coinvolge solamente i ragazzi giovani, come saremmo portati a credere, ma anche adulti che passano tante ore davanti allo schermo (la media è 8-9 ore al giorno), dedicando sempre meno tempo ad altre attività piacevoli, alla cura di se stessi e delle relazioni con gli altri. Nei casi più eclatanti tale dipendenza può portare la persona a trascurare lo studio o il lavoro, a rimandare o dimenticarsi appuntamenti importanti. Vivrà in un mondo parallelo dove tutto sembra più bello, e, grazie all’anonimato ed al fatto che non può vedere la persona che ha davanti, si sentirà libera di fare tutto quello che vuole (bullismo, pornografia, etc…).
Molte persone che soffrono di dipendenza da internet si vantano del fatto che hanno molte amicizie sul profilo. Si parla di amicizia data e di amicizia richiesta, ma le amicizie che si creano in questa maniera, nella maggior parte dei casi, non sono reali e spesso non lo saranno mai.
I social funzionano da “maschera” dove la persona può nascondere le proprie sofferenze e crearsi un alter-ego.
Tratti che caratterizzano la persona dipendente da internet
- Mania del controllo. È la necessità di controllare spesso le notifiche di facebook, twitter, whatsapp e altri social network in qualsiasi momento della giornata. Questo, soprattutto la sera, sovraccarica il sistema nervoso e crea problemi quali riuscire ad addormentarsi, mantenere un buon sonno, svegliarsi bene la mattina.
- Sensazione di smarrimento. Come ho già accennato sopra, questa sensazione avviene soprattutto in mancanza di connessione. La percezione sarà di perdita di controllo poiché non è possibile condividere quello che sta accadendo in quel momento.
- Geolocalizzazione in ogni luogo. Far sapere al “mondo” cosa facciamo e dove ci troviamo in un preciso momento per confermare la propria presenza.
- Scrivere/leggere messaggi durante la guida o mentre si cammina. Questo è molto rischioso per la propria vita e quella degli altri. Si perde la cognizione dello spazio e del tempo e può provocare gravi incidenti.
- Cambi repentini di umore dovuti alla mancanza di notifiche. Spesso la persona che “posta” una foto ha bisogno di controllare quanti like ha ottenuto e l’umore è legato a questo. Così può passare da momenti di entusiasmo (per un commento, un like, etc..) a momenti di depressione se ciò non accade.
- Maleducazione in versione “web”. Accade quando la persona si trova in contesti sociali (a tavola, al bar con amici “reali”) ma è ossessionata dal guardare il cellulare/tablet, aggiornare lo status, controllare le mail, isolandosi così dal contesto in cui si trova.
- Scattare e “postare” continuamente foto, selfie, video “in diretta”. Ovunque si trova la persona, il bisogno primario è quello di fare una foto ed aggiornare il proprio stato.
- Ossessione di svegliarsi la mattina con l’unico pensiero di controllare le notifiche e le novità dei social.
- Non avere passioni, hobby al di fuori di internet.
Come uscirne
Guarire da questa dipendenza è possibile. Ecco alcuni consigli pratici:
- La prima cosa da fare è rendersi conto di avere un problema e che questa forma di dipendenza toglie molto spazio ad altri aspetti della vita.
- Pensa che la vita reale è quella che conta e che quella virtuale è solamente un illusione di come vorremo essere. Usa i social network, ma non “farti usare” da loro.
- Limita l’uso dello smartphone/tablet e confinalo in momenti precisi della giornata, per esempio dedicati ad esso per un tempo contenuto solo dopo aver svolto i compiti necessari.
- Cerca alternative che possano fornire delle soluzioni sane alle sensazioni di noia e solitudine. Prediligi attività all’aria aperta, hobbies, attività sportive di gruppo, etc..
- Quando sei con altre persona tieni lo smartphone in tasca e dedicati alla conversazione reale.
- “Dimenticati” lo smartphone a casa!
- Chiedi aiuto ad uno psicoterapeuta. Per rinforzare le strutture interne, accrescere l’autostima ed andare a fondo del problema per sradicarlo totalmente.
Dott.ssa Pamela Busonero, Psicologa e Psicoterapeuta Firenze
Dott.ssa Pamela Busonero
Psicologa Psicoterapeuta, riceve a Firenze in Piazza Indipendenza 21
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