Pamela Busonero, Psicologa e Psicoterapeuta

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Figli di genitori narcisisti

da | Amore e disturbi di personalità

Figli di genitori narcisisti: il peso di una ferita invisibile

Spesso le persone si rivolgono a me per lavorare sulle conseguenze di relazioni con partner abusanti.

Raccontano storie di dolore, manipolazione e senso di vuoto.

Tuttavia, esplorando più a fondo, emerge che alcune di queste esperienze non sono un evento isolato. Molte di queste persone provengono da famiglie in cui la dinamica di abuso era presente fin dall’infanzia, vissuta non come qualcosa di straordinario, ma come una normalità.

Crescere con uno o entrambi i genitori narcisisti lascia segni profondi, ferite che influenzano ogni aspetto della vita.

Nelle relazioni, può tradursi in difficoltà a fidarsi degli altri, a stabilire confini sani o a riconoscere segnali di abuso.

Sul piano professionale, spesso emerge una tendenza al perfezionismo, al bisogno di approvazione costante o alla paura di fallire.

Per quanto riguarda il benessere psicologico, queste ferite possono generare ansia, depressione e un senso di vuoto persistente, rendendo difficile la costruzione di una vita autentica e appagante.

È importante premettere che non è possibile fare diagnosi specifiche sui terzi (in questo caso, i genitori) e che ogni situazione familiare è unica. Tuttavia, ci sono delle dinamiche comuni che possiamo osservare, e le conseguenze per i figli possono essere devastanti.

Riconoscere che questo ambiente non è la normalità è il primo passo per ricostruire una vita sana e appagante.

Le caratteristiche di un genitore narcisista

Un genitore narcisista è centrato su sé stesso, con un bisogno costante di ammirazione e una scarsa capacità di empatia.

Può capitare che un genitore ignori i bisogni emotivi del figlio per concentrarsi esclusivamente sui propri successi, aspettandosi che il figlio lo celebri e lo sostenga senza mai ricevere lo stesso in cambio.

Ad esempio, una paziente mi raccontava che ogni volta che raggiungeva un traguardo e lo comunicava alla madre, questa reagiva dicendo: “Devi ringraziare me per questo successo, è solo grazie a me se ce l’hai fatta.” Oppure minimizzava con frasi come: “Brava, ma sai cosa è successo a me oggi?” Questi atteggiamenti, ripetuti nel tempo, hanno fatto crescere la ragazza in un ambiente in cui non si rendeva conto che la madre, anziché valorizzarla, la stava sminuendo. Così, è arrivata a credere che i suoi successi non fossero davvero importanti e, di conseguenza, che lei stessa non lo fosse.

Qui sotto un elenco delle caratteristiche più comuni di un genitore narcisista:

  • Figlio preferito vs figlio escluso:
    In molte famiglie con genitori narcisisti, si crea una dinamica tossica in cui uno dei figli è “il preferito” e l’altro viene trascurato o svalutato. Il figlio preferito viene lodato e idealizzato, ma solo finché soddisfa le aspettative del genitore. Al contrario, l’altro figlio viene costantemente criticato e messo a confronto, alimentando sentimenti di inferiorità e conflitto tra fratelli.
    Esempio: Una paziente raccontava di come la sorella maggiore fosse sempre lodata per i risultati scolastici, mentre lei veniva definita “pigra” e “un peso per la famiglia”. Questo confronto ha segnato profondamente la sua autostima.
  • Il paragone con il mondo esterno:
    Un genitore narcisista spesso spinge il figlio a misurarsi con standard impossibili, facendo continui paragoni con altri. Frasi come “Guarda il figlio di X, lui sì che è un esempio” o “Non sei mai abbastanza bravo” creano nel figlio un senso di inadeguatezza che lo accompagnerà per tutta la vita.
    Esempio: Un paziente mi raccontava che, nonostante avesse ottenuto un’importante promozione, il padre commentò: “Potevi fare di più, guarda il tuo collega che è diventato direttore.”
  • Richieste in cambio di favori:
    Ogni aiuto offerto dal genitore narcisista è condizionato. Favori come il pagamento dell’università, l’acquisto di una casa o altri sostegni vengono spesso “barattati” con richieste che limitano la libertà del figlio, ad esempio: “Io ti pago gli studi, ma tu mi devi ospitare quando invecchierò”, oppure: “Dopo tutto quello che ho fatto per te, devi mettere sempre me al primo posto.”
  • Controllo e manipolazione:
    Il genitore narcisista cerca di controllare ogni aspetto della vita del figlio, dalla scelta degli studi al partner, utilizzando strategie manipolative come il senso di colpa o il ricatto emotivo per ottenere ciò che desidera.
    Esempio: Una paziente mi raccontava che, dopo aver scelto di studiare all’estero, la madre le telefonava ogni giorno piangendo, dicendo: “Mi hai abbandonata, non mi vuoi bene.”
  • Critiche costanti:
    Ogni azione del figlio viene scrutinata e criticata, anche quando non c’è un motivo reale. Questo atteggiamento genera un costante senso di inadeguatezza nel figlio.
    Esempio: Un paziente, dopo aver cucinato una cena per la famiglia, si è sentito dire dal padre: “Buono, ma potevi impegnarti di più.”
  • Riconoscimento condizionato:
    L’amore e l’approvazione vengono concessi solo se il figlio soddisfa determinate aspettative. Questo porta il figlio a vivere in funzione del compiacimento del genitore, a discapito dei propri desideri.
    Esempio: Una paziente raccontava che la madre si mostrava affettuosa solo quando lei prendeva voti alti a scuola. In ogni altro momento era distante e fredda.
  • Mancanza di confini:
    Il genitore considera il figlio un’estensione di sé, ignorandone i limiti personali. Questo si manifesta nel voler sapere tutto della vita del figlio, nel decidere per lui e nel non rispettarne gli spazi emotivi e fisici.
    Esempio: Un paziente riferiva che sua madre leggeva sempre i suoi messaggi privati, dicendo: “Se non hai niente da nascondere, non vedo perché ti debba dare fastidio.”
  • Svalutazione dei sentimenti del figlio:
    Le emozioni del figlio vengono minimizzate o ridicolizzate. Frasi come “Non fare il drammatico” o “Non hai motivo di essere triste” rendono difficile per il figlio riconoscere e validare i propri sentimenti.
  • Proiezione delle proprie insicurezze:
    Il genitore narcisista spesso attribuisce al figlio difetti o comportamenti che in realtà riflettono le sue stesse paure o insicurezze.
    Esempio: Una paziente raccontava che il padre la accusava di essere egoista ogni volta che provava a prendere decisioni autonome, quando in realtà era lui a comportarsi in modo egoistico.

Queste dinamiche, spesso invisibili, lasciano nel figlio ferite profonde che influenzano la percezione di sé e le relazioni future.

Le conseguenze psicologiche nei figli

Crescere con un genitore narcisista significa vivere in un ambiente dove l’amore è condizionato, l’empatia è assente e il bambino è spesso costretto a mettere i bisogni degli altri prima dei propri.

Trai i sintomi più comuni, vediamo:

  • Bassa autostima: il bambino impara a valutarsi solo in base ai successi o alla capacità di soddisfare le aspettative altrui.
  • Bisogno compulsivo di approvazione: da adulto, il figlio cerca continuamente conferme esterne, spesso sacrificando il proprio benessere.
  • Senso di invisibilità: molti figli di genitori narcisisti raccontano di sentirsi trasparenti, non visti, come se il loro valore dipendesse esclusivamente da ciò che fanno e non da chi sono.
  • Difficoltà a stabilire confini: cresciuti in un ambiente dove i confini non venivano rispettati, questi figli fanno fatica a definirli nelle relazioni future.
  • Ansia e ipervigilanza: vivere in uno stato costante di allerta, come se un errore potesse portare a una punizione o a una perdita di affetto.

Le conseguenze fisiche

Lo stress cronico associato a un ambiente velatamente abusante può avere ripercussioni anche sul corpo: uno studio pubblicato sul Journal of Psychosomatic Research (2020) ha evidenziato come l’esposizione prolungata a stress emotivi, come quelli tipici di ambienti familiari disfunzionali, possa aumentare l’incidenza di disturbi gastrointestinali e immunitari. Inoltre, una revisione del National Institute of Mental Health ha collegato lo stress cronico a un incremento di problematiche muscolo-scheletriche e del sonno.

  • Disturbi gastrointestinali: gastrite, colite nervosa o altri problemi digestivi sono comuni.
  • Tensioni muscolari: vivere in uno stato di ansia costante può portare a dolori muscolari, cefalee o altri disturbi legati alla tensione.
  • Problemi del sonno: difficoltà a dormire o incubi ricorrenti possono essere legati a esperienze infantili traumatiche.
  • Sistema immunitario indebolito: lo stress cronico può compromettere la capacità del corpo di difendersi dalle malattie.

Il ciclo vizioso nelle relazioni adulte

Una delle conseguenze più dolorose di crescere con genitori narcisisti è la tendenza, spesso inconsapevole, a scegliere partner con caratteristiche simili.

Questo comportamento può essere riconosciuto osservando dinamiche come il bisogno eccessivo di approvazione, l’incapacità di stabilire confini sani o la giustificazione di comportamenti abusivi da parte del partner.

Per interrompere questo schema, è fondamentale intraprendere un percorso di consapevolezza e lavorare su sé stessi, imparando a riconoscere segnali di allarme e a costruire relazioni più equilibrate.

Questo accade per diverse ragioni:

  • Familiarità: ciò che è stato vissuto come normale durante l’infanzia viene percepito come familiare e rassicurante, anche se dannoso.
  • Bassa autostima: una persona che non si sente degna di amore potrebbe accettare comportamenti tossici da un partner.
  • Desiderio di approvazione: cercare di conquistare un partner narcisista può diventare un modo per rivivere e risolvere, almeno inconsciamente, il rapporto con il genitore.

Purtroppo, questa scelta non porta alla guarigione, ma perpetua il ciclo di abuso e sofferenza.

La sensazione di allerta costante

Molti figli di genitori narcisisti descrivono una sensazione costante di allerta, come se qualcosa di negativo potesse accadere in qualsiasi momento.

Questa ipervigilanza non è solo uno stato mentale, ma una risposta fisica ed emotiva radicata. È come vivere sempre con il piede sul freno e sull’acceleratore contemporaneamente, pronti a reagire a ogni possibile minaccia.

Questa condizione si sviluppa come un meccanismo di sopravvivenza nell’infanzia. Quando il genitore è imprevedibile o usa il silenzio, la rabbia o la manipolazione per controllare, il bambino impara a osservare ogni dettaglio dell’ambiente, cercando di anticipare i bisogni e gli umori del genitore per evitare conflitti o punizioni.

Una mia paziente raccontava di come da bambina fosse sempre in ansia per le reazioni di sua madre. Ogni giorno, appena entrava in casa, si fermava a studiare il viso della madre per capire che tipo di umore avrebbe affrontato. Se la madre era di buon umore, essa cercava di essere il più invisibile possibile per non rovinare quel fragile equilibrio. Se, invece, la trovava arrabbiata, si preparava psicologicamente a subire critiche o accuse, spesso senza una ragione apparente.

Questa ipervigilanza l’ha accompagnata anche nell’età adulta. Mi raccontava di come, durante una cena con amici, si sentisse improvvisamente in ansia (senza capire il perché) solo perché qualcuno aveva cambiato il tono della voce. La sua mente aveva interpretato quel cambiamento come una possibile minaccia, anche se oggettivamente non c’era nulla di cui preoccuparsi. Essa stessa diceva: “È come se il mio corpo fosse sempre in guerra, anche quando non c’è nessuna battaglia da combattere.”

Da adulti, vivere con questa sensazione costante di allerta può avere conseguenze profonde.

Spesso, queste persone faticano a rilassarsi o a fidarsi degli altri. Le relazioni autentiche diventano difficili perché temono di essere ferite o manipolate. Anche nei momenti di calma apparente, sentono che qualcosa di brutto potrebbe accadere da un momento all’altro.

Come interrompere il ciclo

La buona notizia è che, con consapevolezza e supporto, è possibile interrompere questo ciclo e guarire.

Ecco alcuni passi fondamentali:

  • Riconoscere il problema: il primo passo è comprendere che le dinamiche vissute non erano normali e che hanno avuto un impatto.
  • Lavorare sulla propria autostima: imparare a riconoscere il proprio valore intrinseco, indipendentemente dai successi o dall’approvazione altrui.
  • Stabilire confini sani: imparare a dire “no” e a proteggere il proprio spazio personale.
  • Elaborare il trauma: attraverso la terapia, è possibile affrontare le ferite dell’infanzia e imparare a vivere relazioni più sane.
  • Scegliere consapevolmente i propri legami: imparare a riconoscere i segnali di abuso e a costruire relazioni basate sul rispetto reciproco.

Un messaggio di speranza

Crescere con un genitore narcisista è una sfida enorme, ma non determina il destino di una persona. Con il giusto supporto, è possibile trasformare il dolore in forza, interrompere i cicli di abuso e costruire una vita basata sull’autenticità e sull’amore.

Se ti ritrovi in queste parole, sappi che il cambiamento è possibile. Il primo passo è riconoscere il tuo valore e concederti il diritto di essere visto, amato e rispettato per chi sei davvero.

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Dott.ssa Pamela Busonero

Psicologa Psicoterapeuta, riceve a Firenze in Piazza Indipendenza 21

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