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Gestire l’Ansia: Perché Capire la Causa è Più Importante del Rilassamento

da | Set 13, 2024 | articoli | 0 commenti

Gestire l’Ansia

L’ansia è una delle problematiche psicologiche più diffuse e debilitanti di questo periodo storico.

Sempre più persone si rivolgono agli psicologi sperando di trovare sollievo, spesso attraverso tecniche di rilassamento, meditazione o respirazione profonda.

Queste tecniche, seppur utili, possono però risultare inefficaci se non accompagnate da un lavoro più profondo: comprendere il messaggio che l’ansia sta cercando di trasmetterci.

In questo articolo, esploreremo come gestire l’ansia nel profondo, perché è importante comprenderla e come lavorare sulle cause prima di applicare metodi di rilassamento.

 

Cos’è l’ansia?

L’ansia è una risposta naturale del nostro corpo a una percezione di pericolo o stress.

È una reazione biologica che coinvolge sia la mente che il corpo, caratterizzata da un senso di preoccupazione, nervosismo o paura rispetto a eventi futuri incerti.

Anche se può sembrare spiacevole, l’ansia ha una funzione evolutiva importante: è un meccanismo di difesa che ci tiene allerta e ci prepara a reagire di fronte a minacce potenziali.

 

I sintomi più comuni dell’ansia includono:

  • Tensione muscolare
  • Aumento della frequenza cardiaca
  • Respiro affannoso
  • Sudorazione
  • Pensieri ossessivi
  • Sensazione di impotenza o terrore

Tuttavia, quando l’ansia diventa cronica e interferisce con la vita quotidiana, può trasformarsi in un problema psicologico significativo, come il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo di panico o le fobie.

 

L’ansia come messaggero

Sebbene possa sembrare unicamente negativa, l’ansia porta con sé un messaggio importante. È come un allarme che ci segnala che qualcosa, a livello emotivo o esistenziale, non va.

Questo messaggio, però, spesso viene ignorato o frainteso. Quando proviamo ansia, la nostra tendenza naturale è quella di volerla eliminare il più velocemente possibile, senza indagare sul suo significato.

 

Nel mio studio di psicoterapia

Molti pazienti che arrivano in studio con problemi per gestire l’ansia desiderano una soluzione rapida. Raccontano episodi di malessere, momenti in cui il cuore batte all’impazzata o in cui si sentono sopraffatti da un’angoscia indefinita.

Spesso, sperano che una tecnica di rilassamento possa “spegnere” quell’emozione e farli tornare alla loro vita quotidiana senza quella fastidiosa sensazione.

Per esempio, una mia paziente, per motivi di privacy chiamerò Marta, una giovane professionista in carriera, è arrivata in terapia dicendomi: “Vorrei solo che l’ansia sparisse. Ho provato a fare yoga, ma non funziona. Non riesco a calmarmi”.

Marta, come molti altri, vedeva l’ansia come un nemico da eliminare, senza capire che in realtà rappresentava un segnale che qualcosa nella sua vita aveva bisogno di essere affrontato. Nonostante avesse provato tecniche di rilassamento e meditazione, la sua ansia continuava a crescere.

 

Perché le tecniche di rilassamento non sono sempre efficaci

Le tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, la meditazione o il training autogeno, sono strumenti potenti per calmare la mente e il corpo.

Tuttavia, come ho spiegato a Marta e ad altri pazienti, usare queste tecniche senza prima affrontare le cause profonde dell’ansia è come mettere un cerotto su una ferita senza disinfettarla. Potrebbe temporaneamente alleviare il dolore, ma non risolve il problema alla radice.

È un po’ come se sentissimo suonare un allarme in casa nostra e, invece di andare a vedere cosa lo ha causato, ci sdraiassimo sul letto a ripeterci che va tutto bene. L’allarme continua a suonare e, se ignorato, potrebbe portare a conseguenze peggiori, come un incendio.

Allo stesso modo, se ignoriamo i segnali dell’ansia, rischiamo che si trasformi in attacchi di panico o disturbi psicosomatici.

 

Un altro esempio pratico

Un altro mio paziente, che chiamerò Marco, era un uomo d’affari di successo, sempre impegnato e sotto pressione. Marco mi ha detto che provava spesso una sensazione di oppressione al petto e difficoltà respiratorie. “Devo fare qualcosa per calmarmi”, mi disse durante la nostra prima seduta. Come molti altri, anche lui pensava che la soluzione fosse una tecnica che lo aiutasse a “calmarsi velocemente”.

Quando abbiamo iniziato il nostro percorso terapeutico, invece, è emerso che l’ansia di Marco era legata a profonde insicurezze personali e a conflitti interiori mai affrontati. La sua ansia non era semplicemente un nemico da combattere, ma un messaggero che gli stava dicendo che c’era un aspetto della sua vita che necessitava di attenzione.

 

Il messaggio dell’ansia: un invito all’introspezione

L’ansia è un sintomo, non la causa. Trattarla con tecniche di rilassamento senza comprendere il perché si manifesta è come tentare di nascondere un problema senza risolverlo. L’ansia ci parla: ci invita a esplorare il nostro mondo interiore, a chiederci cosa stiamo evitando o cosa ci sta sopraffacendo.

Nel caso di Marta, l’ansia era legata a un senso di inadeguatezza sul lavoro, un bisogno costante di dimostrare il proprio valore agli altri, che la portava a vivere in uno stato di tensione permanente. Solo quando ha iniziato a esplorare e riconoscere questi schemi mentali ha potuto comprendere che l’ansia stava cercando di proteggerla da un fallimento percepito.

Per Marco, invece, il messaggio era legato a un conflitto tra i suoi valori personali e il ritmo frenetico della sua vita lavorativa. Riconoscere e accettare queste verità ha significato iniziare un percorso di cambiamento che gli ha permesso non solo di alleviare l’ansia, ma di migliorare la sua qualità di vita in generale.

 

Il ruolo delle tecniche di rilassamento per gestire l’ansia

Una volta che il messaggio dell’ansia è stato compreso, le tecniche di rilassamento diventano uno strumento prezioso per gestire l’ansia. A quel punto, infatti, non si tratta più di “silenziare” l’ansia, ma di gestirla in modo consapevole.

Invece di vederle come una fuga, possiamo usare queste tecniche per creare uno spazio di calma che ci permetta di riflettere e affrontare la causa reale del nostro malessere.

Ad esempio, dopo aver lavorato sulle sue insicurezze, Marta ha iniziato a praticare la respirazione diaframmatica ogni volta che sentiva salire l’ansia. Ma questa volta, lo faceva non per eliminare il sintomo, ma per dare a sé stessa lo spazio necessario per riflettere su ciò che stava realmente provando.

 

Comprendere prima di agire: il vero percorso terapeutico

La comprensione del messaggio dell’ansia è il vero cuore del percorso terapeutico. Quando si comprende cosa si nasconde dietro l’ansia, si acquisisce un potere immenso: la capacità di agire, di modificare comportamenti e atteggiamenti che ci tengono prigionieri di questa emozione.

E solo allora le tecniche di rilassamento diventano veramente efficaci, non come un tappo per fermare il flusso dell’ansia, ma come un’ancora di pace che ci aiuta a navigare attraverso le acque turbolente della vita.

Se tentiamo di usare il rilassamento senza prima ascoltare l’ansia, rischiamo di lasciare irrisolti i conflitti interni che hanno dato origine a questo malessere. Questo può condurre a forme più gravi di disturbi psicosomatici o, in alcuni casi, agli attacchi di panico, che rappresentano la manifestazione estrema di un’ansia non gestita.

 

Conclusione: l’ansia non è il nemico, ma un messaggero

In sintesi, l’ansia non è il nemico da eliminare, ma un messaggero che ci invita a esplorare aspetti della nostra vita che richiedono attenzione. Le tecniche di rilassamento possono essere utili, ma solo dopo aver compreso e affrontato la causa che si cela dietro l’ansia. Ignorare il suo messaggio è come continuare a correre con un allarme che suona in sottofondo: non possiamo trovare pace finché non comprendiamo cosa lo ha fatto scattare.

Se sei tra coloro che cercano di “spegnere” l’ansia con tecniche di rilassamento, prova a fermarti un attimo e chiederti: Cosa sta cercando di dirmi l’ansia? Questa semplice domanda può essere il primo passo per trasformare la tua relazione con l’ansia, non più come una minaccia, ma come un’opportunità di crescita e comprensione di te stesso.

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Dott.ssa Pamela Busonero

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