Pamela Busonero, Psicologa e Psicoterapeuta

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Sintomi psicologici di chi sta subendo manipolazione e come uscirne

da | Feb 7, 2018 | Amore e disturbi di personalità | 14 commenti

Quali sono i principali sintomi psicologici

La manipolazione è una profonda forma di abuso psicologico: è molto difficile capire di essere manipolati ed ancora più difficile uscirne, perché fa leva sulle nostre paure più profonde: la paura dell’abbandono, di non essere amati, etc..

La manipolazione, nonostante sia un fenomeno molto diffuso nella società di oggi, è spesso sottovalutato e difficilmente diagnosticabile, e si può manifestare in tutte le relazioni con particolare coinvolgimento emotivo: nelle relazioni sentimentali, nei rapporti di lavoro, nelle amicizie, nei rapporti familiari.

In questo articolo parlerò delle ripercussioni emotive delle persone vittime di manipolazioni e come uscirne, per maggiori informazioni su cosa è la manipolazione e quali sono le strategie usate dai manipolatori clicca qui.

Robin Stern, nota terapeuta americana, riconosce tre livelli di manipolazione, distinti per intensità e sintomi della vittima.

Primo livello

È il livello iniziale. La manipolazione si manifesta di rado e tramite episodi occasionali: piccoli malintesi, lievi arrabbiature che però lasciano un retrogusto amaro e una strana sensazione.

Il manipolatore alterna momenti di dolcezza con altri di crudeltà, senza che questi ultimi pesino troppo.

Faccio un esempio. Immaginate una donna che ha appena cominciato una relazione con un uomo e sono nella fase dell’innamoramento. Una sera vanno al cinema, e alla biglietteria la donna scambia una battuta col cassiere. Al rientro a casa l’uomo la accusa di aver flirtato col commesso e quindi avergli mancato di rispetto. La donna sa che questo non è vero, ma tenderà a giustificarsi col compagno. Comincerà a temere le reazioni del partner e controllare cosa dice e come.

Questo stadio potrebbe durare qualche mese o restare tale nel tempo.

Una buona consapevolezza ed un buon dialogo potrebbero interrompere il meccanismo manipolativo.

I segnali più frequenti della persona manipolata in questa prima fase sono:

  • sensazione di confusione e sconcerto;
  • irritazione;
  • estremo controllo di fronte al manipolatore per paura di una sua reazione;
  • timore di essere fraintesi;
  • sensazione di ansia generalizzata quando la persona si avvicina;
  • lieve sensazione di timore durante le discussioni;
  • incubi occasionali;
  • gli amici dubitano del rapporto.

Secondo livello

Nonostante ci sia ancora consapevolezza di se, in questo livello la persona manipolata comincerà a vacillare e mettere in discussione ciò che pensa e che prova.

Comincerà pian piano a smettere di difendere le proprie ragioni pur di non affrontare il manipolatore.

L’approvazione di quest’ultimo sarà sempre più importante e il bisogno di sentirsi amati si farà sempre più forte.

Potranno comparire i primi litigi. Il manipolatore sarà sempre più motivato a dimostrare che ha ragione.

In questa fase si manifesteranno anche offese, critiche, ricatti emotivi o lunghi silenzi e la vittima, poiché non in grado di reggere questi trattamenti, sarà sempre più disposta a fare qualsiasi cosa per evitarli.

Il punto di vista del manipolatore sarà più importante di quello della vittima.

I segnali più evidenti di questa seconda fase sono:

  • sensazione di fragilità;
  • ansia generalizzata;
  • stanchezza fisica e mentale;
  • diminuzione di interessi;
  • difendere il manipolatore davanti amici e parenti;
  • giustificare spesso gli atti del manipolatore;
  • amnesia riguardo alcuni episodi o alcuni dettagli delle conversazioni;
  • colpevolizzazione per aver fatto arrabbiare il manipolatore;
  • pensieri su ciò che c’è stato di sbagliato per aver provocato una reazione così violenta.

Terzo livello

Questo è il livello più grave, e di solito sfocia nella depressione.

La vittima si convince di essere sbagliata, di non valere, e di conseguenza di meritarsi questo tipo di trattamento. Comincerà a giustificare sempre il suo carnefice e prenderne le difese, mentendo a sé stessa ed agli altri.

È la fase di resa e di convinzione che il manipolatore ha ragione. Sprofonda così nella autosvalutazione e diventa dipendente dal proprio carnefice.

L’unica preoccupazione sarà quella di soddisfare le aspettative e i bisogni del manipolatore, evitando discussioni.

I segnali di questa ultima fase sono:

Come interrompere la manipolazione

Consapevolezza.

Prendi coscienza che qualcosa nella tua vita non va, informati riguardo tutte le azioni manipolatorie e comprendi che stai vivendo una relazione disfunzionale: amici e parenti te l’hanno già detto, ma questo non ti è bastato.

Riconosci le strategie manipolative.

Informati e cerca di capire tutte le tattiche messe in atto dal manipolatore, soprattutto cerca di distinguere la verità dalla versione distorta del manipolatore. Questo è il passo più difficile. Tuttavia, esercitandosi ed ascoltando anche punti di vista diversi, è possibile.

Evita discussioni.

Quando ti rendi conto che la conversazione sta diventando una lotta, tirati indietro. Non è uno scappare o evitare le discussioni: io lo chiamo “amor proprio”.

Concentrati sui tuoi sentimenti.

Comincia ad ascoltarti e capire che tu sei la persona più importante.

 Ascolta i tuoi sintomi.

Spesso abbiamo la tendenza a scacciare i sintomi, ma questi sono dei campanelli d’allarme che il nostro corpo ci sta mandando per dirci che qualcosa non sta andando nel verso giusto. Basterebbe cominciare ad ascoltarci senza giudizio per stare bene!

Rispettati.

Contro ogni forma di violenza c’è solo l’amore. Poiché il manipolatore, nella maggior parte dei casi, non è in grado di dare amore, questo va cercato dentro di noi e nelle persone che ci vogliono veramente bene. Comincia a instaurare rapporti sani, riavvicinati alle persone che senti di voler bene.

Chiedi aiuto.

Spesso non è facile riconoscere di essere stati manipolati, e ancora meno facile accettarlo. È importante in questo momento chiedere aiuto a chi è in grado di darlo: un familiare, un amico, uno psicoterapeuta.

Se, leggendo questo articolo, capisci di essere vittima di manipolazione e non sai come uscirne, contattami.

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Dott.ssa Pamela Busonero

Psicologa Psicoterapeuta, riceve a Firenze in Piazza Indipendenza 21

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14 Commenti

  1. Vinenzo

    Ciao sono Vincenzo e da poco che mi sono separato dalla mitezza moglie lei è affetta da disturbo bipolare e i nmeno di un mese ha conosciuto un altro uomo sono convinto che sia un manipolatore lei fa tutto quello che dice lui è sono convinto che la sta manipolando e possbile?

    Rispondi
    • Pamela Busonero

      Buongiorno Vincenzo.
      Non conoscendo la vostra storia mi è difficile rispondere (quanto siete stati sposati? Com’è stata la vostra relazione? Avete attraversato altri momenti difficili? Etc..). Le va di darmi più dettagli, magari anche scrivendomi in privato (pamela_busonero@alice.it)? Così potremmo analizzare meglio tutto.
      Grazie e a presto
      Pamela Busonero

      Rispondi
  2. Sarah

    La mia storia amorosa nella parte di vittima iniziò quando mi tuffai tra le braccia di questo ragazzo appena finì la mia prima vera lunga storia d’amore di 5 anni. 5 anni in cui imparai cosa vuol dire amare davvero, ma che non sempre l’ amore, anche se si sono passate esperienze meravigliose, vuol dire sarà quello eterno.
    Quando la mia storia lunga con A terminò, a confortarmi fu subito G (conoaciuto a una festa di un amico in comune), Che si mostrò subito amorevole, facendomi capire Che per lui ero così una bella persona e importante per lui, Che iniziò persino a parlare di matter su famiglia, matrimonio, conto in banca assieme ecc ecc solo dopo poche uscite…. Ero così sollevata di avere trovato una persona apparentemente così amorevole dopo il trauma e la ferita della relazione chiusa col mio ex, che all’invito di convivenza, accettai subito.
    Tutto molto bello I primi giorni, fino a quando iniziai a capire Che qualcosa non andava:
    -eccessi di gelosia se uscivo con amiche,
    -messaggi assillatori tutto il giorno,
    -rabbia ingiustificata per cavolate (esempio: non potevo chiamarlo nell’immediato per via di un appuntamento lavorativo),
    -spesso mi chiedeva se lo amdavo davvero
    -ribaltare situazioni per farmi passare dalla parte del torto,
    Tutto ciò andò avanti per 4 mesi finchè un giorno tornò a casa ubriaco ed infuriato perchè non lo avevo raggiunto al pub con I suoi amici perchè ero stanca dopo una lunga giornata a lavoro e preferivo riposarmi (sottolineo che non gli dicevo
    Mai di no per non andargli contro, ma quella volta ero davvero stanca).
    Quella sera l’incubo accadde. Ero a letto mezza addormentata, accese tutte le luci, mi scoperchiò dalle coperte e puntandomi il dito adesso, faccia infuriata da pazzo, mi urlò Che a me non me ne fregava nulla di lui perchè non ero uscita con lui. Presa dalla paura scoppiai a piangere e gli dissi che non mi meritavo un trattamento simile. Impanicata gli dissi Che me ne andavo di casa la notte stessa, come tirai fuori la valigia, G iniziò a lanciarmi addosso i vestiti del mio armadio dicendomi di andarmene. Mi chiusi in camera e lui iniziò a distruggere la camera da letto, calciando la porta del soggiorno dove mi ero chiusa. Lo minaccia di chiamare le polizia se non la smetteva (non era la prima volta che aveva avuto una reazione violenta, ma avevo sempre chiuso gli occhi). Chiamai la polizia e lui venne registrato. Quando andai via mi disse “sei contenta se me ne andassi in prigione? Io ti ho amato davvero, non come il tuo ex Che ti ha sempre preso in giro (>storia inventata da lui), e tu mi fai questo?”
    Fu l’incubo peggiore della mia vita. Mi sento con I sensi di colpa, ma non potevo essere io ad aiutarlo. Oggi sono seguita da una psicologa, ma sono così fragile Che quasi, la persona Che mi maltrattava, mi manca.

    Rispondi
    • Paola

      ciao Sara, non so se mai leggerai la mia risposta, visto che ho trovato casualmente il tuo articolo.
      mi riconosco tantissimo nella tua vicenda.
      anch’io ne ho passate di tutti i colori con un soggetto manipolatore, alcolizzato negli ultimi due di quattro anni di convivenza.
      aggiungi che a sua volta faceva la vittima ricordando (spessissimo) la ex moglie che, a suo dire, gli fece subire manipolazione e prevaricazione……..
      in qualche modo lui si doveva “vendicare” ! (o doveva mantener viva la fiammella dell’eccitazione che provava con lei, riproponendo in maniera sadica certi loro meccanismi di comunicazione che alla fine erano diventati probabilmente anche i nostri ….. parlo di insulti e non solo).
      purtroppo questi soggetti malati passano , al dire comune, addirittura come vincenti, enigmatici, affascinanti
      quando invece, da narcisi, sono completamente privi di risorse e vivono inseguendo la conferma altrui: da soli non sostengono nemmeno il peso di una piuma.
      si avvalgono di chi è superiore semplicemente perché sensibile , buono ed empatico.
      Aprendo gli occhi, cominciai ad avere pietà per lui, e anche un po’ per me stessa , per essermi lasciata vincere dalla sete di amore e di complicità, e non aver visto fin da subito i segnali di un rapporto malato, con una persona dal passato irrisolto, e secondo me nemmeno mai vissuto, confusa ed estremamente bisognosa.
      ho anche sofferto tantissimo di senso di inferiorità rispetto questa “ex moglie” (mai conosciuta di persona), e rispetto a tutte le decine di donne che lui vantava come ex relazioni … finchè non ho realizzato di averle probabilmente idealizzate . Ovviamente, il mio deficit di autostima aveva bisogno d’essere curato, ed il lavoro è ancora in corso.
      certo che persone come lui schiacciano, finchè non ci si rende conto che il loro “fascino” , davvero iniquo ed approssimativo, è inversamente proporzionale alla responsabilità che hanno verso se stessi e verso chi “dovrebbero” amare …………… la loro immaturità, mostrata al mondo come genialità artistica, richiama senso di protezione ……… così ci si ritrova a far le mamme con loro, per poi essere accusate di non esser donne.
      Non so se capiti ogni tanto il miracolo che questi soggetti si sveglino dai castelli di paglia che si son costruiti e comincino a realizzare quanta sofferenza abbiano provocato. questo li distruggerebbe, non tanto il senso di colpa: piuttosto la vergogna di esser stati finalmente “inquadrati” per ciò che sono, cioè umanamente degli zero ASSOLUTI, magari con tanto di laurea, o di dialettica da professori universitari .. comunque umanamente inclassificabili. Per questo aprono e chiudono ciclicamente relazioni, passioni, impieghi, addirittura aspetto, ed identità.
      sono affascinati da chi interpretano come fonte energetica, e vivono da parassiti, senza alcuna morale.
      rimpiangono il passato, o lo condannano, pur di avere un alibi per non vivere il presente.
      non fanno progetti futuri perché i loro cicli a breve termine prendono la “piega” della vittima attuale, e si concludono con essa.
      non perché riescano a realizzare qualcosa nel frattempo, anzi: la battaglia di spersonalizzazione della compagna è il terreno fertile in cui temporeggiano per sopperire alla noia e alla vuotezza del loro io mai esplorato, riconosciuto e coltivato.
      maledette quelle madri che li hanno idolatrati fin da piccoli nel peggiore dei modi, ovvero con altrettanto narcisismo.
      sembra assurdo, ma certe persone sanno coprire di attenzioni senza trasmettere nulla di affettuoso!
      infine, vedendo che è passato del tempo da quando hai scritto, spero tu stia meglio; mi farebbe piacere mi scrivessi. Ciao

      Rispondi
  3. Mamma

    Temo che mia figlia quindicenne abbia iniziato una relazione con un ragazzino manipolatore. Cosa posso fare x aiutarla a capire la trappola in cui si sta cacciando senza rovinare il rapporto che ho con lei?

    Rispondi
    • Pamela Busonero

      Cara signora, mi dispiace molto e capisco la sua preoccupazione. Se sua figlia non vede il problema è molto difficile parlarne perché, come dice, c’è il rischio che si chiuda a riccio. Quello che lei può fare è starle vicino nonostante le scelte sbagliate. Per una ragazza, sapere che può contare su un genitore è molto importante. E poi potrebbe delicatamente informarla sull’argomento, leggere insieme qualche articolo o guardando insieme dei films che descrivono il rapporto tra vittima-manipolatore (se lo scrive su Google ne troverà molti), e poi commentandoli insieme, facendole vedere chiaramente le dinamiche dei protagonisti (in terza persona facilmente riusciamo ad immedesimarci). Anche se probabilmente farà finta che questo argomento non la tocca pian piano dentro di sé qualcosa cambierà.

      Rispondi
      • Lied

        L’ho fatto e ho trovato su internet la storia di Sara di Pietrantonio, che non conoscevo. Ho fatto intervenire i carabinieri. Da soli non si può risolvere.

        Rispondi
    • Lied

      Signora sono nella sua stessa situazione con mia figlia. E’ difficilissimo. La risposta della psicologa è corretta ma bisogna anche sapere che non basta. Serve recarsi dai carabinieri, andare in un centro anti violenza, informare la figlia di cosa si sta facendo per lei, continuare a farlo e lentamente coinvolgerla affinché ci vada anche sua figlia. Da sola non ne uscirà, ha solo 15 anni. Se necessario dovrà farsi sostituire chiedendo agli assistenti sociali di intervenire. Gli unici che possono davvero muovere le acque sono i carabinieri finché sua figlia è minorenne.

      Rispondi
  4. stefania

    Buonasera. Io lo sono…cioè ora lo so…e ho cercato di evitare questa amica cosi patologicache si era impossessata della mia vita…persino il mio rapporto ormai era esaurito…mia madre patologica pure lei…me la manda qui martedi…io avevo scelto il no contatc..mon so come evitarla. Mi puo dare un consiglio? Sono cosi impaurita da questa ragazza..l’ultima volta che l’ho vista oltre a farmi fare una pessima figuraccia sul lavoro…ha detto ad alta voce con la faccia sorridente e fiera…io non ho alcun problema fisico…solo mentale.
    La sua fierezza…la sua arroganza era evidente.
    Cosa devo fare?
    Stefania

    Rispondi
  5. Tony

    Io sono vittima di manipolazione mentale da parte dei carabinieri del mio paese e politici vari che mi intercettano telefonicamente su Internet fuori dell’abitazione.
    Il motivo di ciò farmi capire che non sono ben visto in giro e che devo pensare ai fatti miei:un pregiudizio che perdura e logora da anni.
    Purtroppo non è facile metter fine a ciò in quanto dove abito io le istituzioni sono controllate dalla camorra che persiste e incide sempre più.

    Rispondi
    • Giovanni

      Anche io sono stato manipolato ad anni

      Rispondi
  6. Anonima

    Temo di essere vittima di manipolazione emotiva. Sono fidanzata da quasi 7 anni con un uomo più grande di me (io quasi 27, lui quasi 40). Sono sempre stata una ragazza molto solare, ma ultimamente temo di essermi persa. Ho un passato molto burrascoso (infanzia bruciata da violenze sessuali subite ad opera di mio cugino più grande, adolescenza passata nella droga e nella speranza di ritrovare fiducia in me stessa). Attualmente sono laureata triennale e sto studiando per la magistrale (non che la cosa conti molto, visto che mio fratello più piccolo lavora già nell’impresa di famiglia pur non avendo studiato.. altra cosa che non mi va molto bene ultimamente..). Il mio fidanzato è sempre stato molto geloso, oppressivo, ossessivo, si inventava cose che non esistevano e insinua continuamente che io possa pensare cose negative, che non voglia fare quello che lui vuole. Mi rispecchio molto in alcune vittime. Inizialmente avevo molte amiche, uscivo la sera, mi divertivo. Da un po’ di tempo sia perché ho iniziato a scocciarmi e sia perché il mio fidanzato era diventato troppo geloso, ho smesso di frequentare alcune amiche con le quali tra l’altro ho anche litigato e ho “scelto” lui a me.
    Quest’estate è stata una tragedia: ho litigato con mio fratello, sono stata male fisicamente e psicologicamente e ultimamente lui se n’è uscito che l’ultima mia amica rimasta porta sfortuna. Addirittura verso fine agosto ho pensato di chiudere i rapporti con lei per farlo felice (lui dice che lei è solo invidiosa ed opportunista). A settembre sembrava tutto (quasi) normale, ma ad un tratto è ritornato con le solite storie: appena ho iniziato a frequentare di nuovo la mia ultima amica, è iniziato ad andare in gelosia e a minacciarmi che anche lui sarebbe tornato di nuovo alla sua vita.
    All’inizio era bello, lui mi parlava di femminismo, di rispetto per le donne, era gentile, attento a me, devo dire che non ha mai smesso di essere sempre “all’apparenza” perfetto (anche agli occhi di mia madre) ma sento che c’è qualcosa che non va: ho paura che dalla violenza psicologica (che lui mi ha sempre fatto) possa passare alla violenza fisica. Tra l’altro penso spesso al suicidio. Non lo farei mai, non potrei mai fare un torto così grande ai miei genitori, ma spesso penso che sarebbe l’unica soluzione che porrebbe fine alle mie sofferenze.
    Ci sono tante cose che avrei voluto scrivere su di me ma non sarebbe mai abbastanza, come il fatto che avevo parlato più volte da piccola (circa 6 anni) delle violenze psicologiche di mio cugino, ma che lei non ha mai preso provvedimenti (altra vittima di manipolazione psicologica da parte di mio padre e della famiglia di mio padre): lei ha sempre avuto paura di venire rifiutata visto che mio padre ha sempre dato più importanza alla sua famiglia e ha sempre denigrato la famiglia di mia mamma, perciò non gliene faccio una colpa, è pur sempre mia madre e le voglio bene. Anche a mio padre, anche se è molto maschilista. Ah, dimenticavo, verso i 16 anni, anche un altro mio cugino mi ha fatto violenza sessuale, questa volta era lato famiglia di mio padre. Loro lo sanno, sono anche andata da uno psicologo per questo e per il problema della droga.
    Credevo che ora stessi bene, ho sempre pensato di aver scelto io di non frequentare più quelle mie amiche per il mio bene perché mi scocciavo di perdere tempo e volevo studiare per poter fare una famiglia con lui… ma evidentemente non è così. è possibile che io sia manipolata? è possibile che per tutto questo tempo non me ne sia accorta? che lui mi facesse violenza psicologica lo sapevo, ma ultimamente non riesco più a studiare, né a dormire. La situazione università/famiglia non è delle migliori e non mi aiuta affatto. Tra l’altro a quasi 27 anni vorrei andarmene da casa ma finché non finisco gli studi non posso perché non saprei come mantenermi. Spero questo sito sia ancora attivo perché penso di aver bisogno di un aiuto.

    Rispondi
    • Pamela Busonero

      Ciao, leggo con attenzione queste righe. Sento molta tristezza in tutto ciò, sia per il tuo passato, che per il presente.
      Chiediti cosa ti spinge a stare con una persona che ti rende infelice. Che lui sia manipolatore o meno… cosa ti da quest’uomo di buono per cui vale la pena restare intrappolata in questa situazione? Tu sei l’unica padrona della tua vita, e dal momento in cui non stai più bene in un rapporto puoi venir via, anche se è difficile (difficile non significa impossibile). Per elaborare il tuo passato, per ritrovare l’autostima, prova a fare un percorso psicoterapeutico con emdr, la tecnica usata per rielaborare i traumi. Se hai bisogno di altro scrivimi in privato.
      Un saluto, Pamela

      Rispondi
  7. Erika

    Grazie al cielo ne sono uscita. Proprio grazie al cielo, perché all’inizio non mi rendevo conto di quanto stesse diventando pericolosa la situazione, poi ho iniziato a sentire dei campanelli di allarme ma non riuscivo a uscire da questa relazione. Premetto che sono una persona credente, perciò sono convinta che il coraggio di porre fine alla relazione mi sia venuto dal cielo. Vorrei comunque ringraziarla per questo articolo, che leggo adesso per capire cosa è successo nei precedenti 3 anni della mia vita.

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