Pamela Busonero, Psicologa e Psicoterapeuta

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Posture nel Training Autogeno

da | Ago 11, 2015 | Training autogeno e rilassamento | 0 commenti

Quali sono le posture da adottare nel Training Autogeno

Assumere una scorretta posizione può rendere problematica la pratica dei vari esercizi e quindi occorre – almeno nei primi approcci a questa tecnica – chiedersi ad ogni inizio seduta se la postura appena assunta sia consona al rilassamento del proprio corpo. Non è affatto semplice arguire, senza l’aiuto di una persona esperta, se tale posizione sia quella giusta, cioè quella che possa in effetti rilassare la maggior parte della massa muscolare. Il rilassamento, che nella persona adulta non è più cosa naturale ed istintiva, deve essere nuovamente appreso.

Posizioni

Tuttavia è possibile ovviare gran parte del sopracitato problema assumendo una delle tre posizioni consigliate, considerate come posture fondamentali:

  • posizione supinaPosizione supina

    Assicurarsi di aver tolto oggetti che possano dare fastidio, tipo cellulari, portafogli eccessivamente gonfi di documenti, gioielli ingombranti, ecc. Allentare eventuali cinture, reggiseni e capi particolarmente costringenti. Coricarsi su un letto preferibilmente ortopedico, impiegando un soffice cuscino, o – preferendo – soltanto un morbido e piccolo rialzo sotto il collo. Mantenere leggermente divaricate le gambe tenendo le braccia appena arcuate in modo da scaricare meglio le eventuali tensioni muscolari. Lasciare che le punte dei piedi prendano la naturale direzione (generalmente si rivolgono verso l’esterno) e che le mani siano a dita unite e leggermente arcuate. Si ascolti la mandibola, che dovrebbe aprirsi leggermente in modo naturale, la muscolatura del collo (morbida e rilassata) e le spalle che volontariamente si lasciano cadere. Assicurarsi del perfetto allineamento del corpo.

  • Posizione a poltrona:

    Come già detto sopra, assicurarsi di aver eliminato ogni genere di impedimento. Se non si ha a disposizione la clasposizione a poltronasica poltrona ma quella con schienale mobile, cercare di render rigido quest’ultimo magari fissandolo provvisoriamente con una cordicella.

    Ci si accomodi ascoltando le piante dei piedi che debbono essere ben appoggiate al pavimento. Poggiare gli avambracci sui braccioli e lasciare che le mani si mantengano leggermente arcuate. Si ascolti il muscoli del collo lasciando ricadere leggermente – ma senza alcuna volontaria forzatura – la testa in avanti.

    La colonna vertebrale deve rimanere dritta impedendo così tensioni alla massa muscolare ad essa interessata, che potrebbe compromettere una buona respirazione.

  • posizione del cocchierePosizione sulla sedia, detta “del cocchiere”

    Si può impiegare indifferentemente una sedia o uno sgabello facendo attenzione, nel primo caso, a non appoggiarsi allo schienale. Naturalmente il mezzo impiegato deve permettere alle piante dei piedi di appoggiare saldamente sul pavimento (non essere troppo alto) e di far mantenere l’articolazione delle gambe a circa novanta gradi (cioè non troppo basso). Impiegando un semplice gradino diventa necessario diminuire di conseguenza detta angolatura fino a che il contatto totale delle piante dei piedi sul terreno lo permetta. Aumentare invece l’angolazione per mantenere le piante ben salde, cioè allontanare i piedi dallo scalino, è sbagliato perché sottopone a tensioni la muscolatura degli arti interessati. Si lascino cadere delicatamente gli avambracci sulle gambe (punti di contatto: prossimità dei polsi con prossimità delle ginocchia, entrambi interni) rilasciando le mani. Cercare la corretta posizione della colonna vertebrale. Per fare ciò occorre assumere provvisoriamente la posizione eretta staccata dallo schienale ma assai vicina ad esso, lasciarvela poi cadere (sempre in posizione eretta) e quindi lasciar cadere in avanti le spalle. Staccarsi poi leggermente dallo lo schienale.

Controindicazioni nelle varie posture:

  • Supina: sconsigliabile per persone affette da obesità, difficoltà respiratorie, particolari tipi di nevrosi che provocano disagi nello stare fermi e distesi, gestanti.
  • Poltrona: nessuna controindicazione, salvo quella relativa al periodo di apprendimento del T.A. Consigliabile quindi dopo almeno un mese di esercizi in posizione supina.
  • Cocchiere: problemi relativi all’intera colonna vertebrale (sacrale, lombare, toracica e cervicale), tipo scoliosi o cifosi ed altri disturbi legati all’articolazione della stessa. Come la posizione a poltrona, quella del cocchiere può essere praticata dopo almeno un mese di apprendimento nella postura supina.

Vai al primo esercizio: La Calma nel training autogeno

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Dott.ssa Pamela Busonero

Psicologa Psicoterapeuta, riceve a Firenze in Piazza Indipendenza 21

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