Relazione Tossica: Perché Ti Sembra Tutto Normale
Relazione Tossica Normale. Perchè?
La Normalizzazione dell’Abuso nelle Relazioni
Perché uscire da una relazione tossica sembra così difficile?
Per molte persone, la risposta si nasconde nel processo di normalizzazione dell’abuso, un fenomeno psicologico in cui la violenza, il controllo e la manipolazione diventano parte della quotidianità, e finiscono per sembrare “normali“.
Questo articolo vuole esplorare le dinamiche che rendono difficile riconoscere i campanelli di allarme di una relazione tossica e capire perché ciò che è chiaramente distruttivo dall’esterno può essere percepito come amore o addirittura sicurezza da chi lo vive.
I Campanelli di Allarme: Perché Sono Difficili da Riconoscere
In ogni relazione abusante, i segnali di pericolo sono presenti fin dall’inizio, ma la persona coinvolta spesso non riesce a riconoscerli. Oppure a volte li vede, ma li sottovaluta. E a furia di sottovalutarli, ci si abitua.
Inoltre la manipolazione emotiva e il controllo psicologico rendono queste avvisaglie meno evidenti, e la persona vittima dell’abuso si ritrova a razionalizzare comportamenti che, a uno sguardo esterno, sembrerebbero inaccettabili.
Ma perché succede questo?
L’Erosione Graduale della Fiducia
All’inizio di una relazione (tossica), è comune che l’abusante si mostri affettuoso e presente, facendo sentire la persona amata speciale e desiderata. Questo meccanismo si chiama “love bombing” e crea un legame intenso e rapido, in cui la vittima si sente profondamente connessa e dipendente emotivamente.
Tuttavia, una volta stabilito questo legame, l’abusante inizia a manifestare comportamenti manipolatori, svalutanti e controllanti.
Una paziente mi ha raccontato che il suo compagno era inizialmente dolce e premuroso, ma con il tempo ha iniziato a fare commenti sottilmente critici su di lei, sul suo aspetto e sul suo modo di pensare.
Quando lei cercava di far notare queste critiche, lui rispondeva: “Sei troppo sensibile, stavo solo scherzando“. Questo è un classico esempio di gaslighting, una forma di manipolazione in cui l’abusante fa dubitare la vittima della propria percezione della realtà.
La Normalizzazione Attraverso la Ripetizione
Con il tempo, il comportamento abusante diventa un’abitudine, qualcosa che la vittima si aspetta e accetta come parte della vita quotidiana. La manipolazione continua e la svalutazione costante fanno sì che la persona perda fiducia in sé stessa e nei propri giudizi.
Finisce così per accettare la situazione come normale. Questo processo di erosione della propria autostima e identità rende molto difficile vedere i campanelli di allarme.
Un altro paziente mi ha confessato che, all’inizio della relazione, le critiche del partner lo facevano soffrire, ma col tempo ha iniziato a pensare che forse aveva davvero dei problemi, che forse il partner stava solo cercando di aiutarlo a migliorare. Questo meccanismo di auto-colpevolizzazione è uno degli effetti più devastanti delle relazioni tossiche: la vittima interiorizza le critiche e inizia a giustificare l’abusante.
Gaslighting: Quando la Realtà Viene Distorta
Il gaslighting è una delle armi più potenti di un partner abusante.
Si tratta di un processo di manipolazione che fa dubitare la vittima della propria memoria, percezione e sanità mentale. L’abusante altera la realtà in modo sottile, facendo passare le sue azioni negative come “malintesi” o “reazioni esagerate” della vittima.
In questo modo, la persona finisce per mettere in dubbio la propria capacità di giudizio e rimane intrappolata in un loop di confusione e insicurezza.
Un Esempio di Gaslighting: La Storia di Anna
Anna (nome di fantasia) è una mia paziente che ha vissuto in una relazione segnata dal gaslighting per oltre quattro anni. Il suo compagno la sminuiva regolarmente, facendole credere che le sue emozioni fossero sempre eccessive e fuori luogo. Quando lei provava a esprimere il suo disagio, lui le rispondeva: “Te lo sei immaginato, non ho mai detto una cosa del genere“. Dopo anni di questa dinamica, Anna ha iniziato a credere di essere davvero troppo sensibile e irrazionale, e ha smesso di fidarsi delle sue sensazioni.
Questa distorsione della realtà è una delle ragioni per cui molte persone restano intrappolate in relazioni tossiche. L’abusante crea una narrativa alternativa in cui la vittima è il problema, mentre lui/lei è la persona razionale e “giusta”.
Questo processo mina profondamente l’autostima e rende difficile riconoscere che la relazione è dannosa.
La Familiarità con il Dolore: Come i Modelli Familiari Influenzano le Relazioni Adulte
Per molte persone, l’abuso non è solo una scoperta nella vita adulta, ma una ripetizione di schemi familiari già vissuti nell’infanzia.
Questo fenomeno si chiama “transgenerazionalità del trauma“, e si manifesta quando una persona tende a ricercare inconsciamente situazioni e dinamiche simili a quelle vissute durante la crescita.
La Storia di Marta: Quando il Dolore È Familiarità
Marta (nome di fantasia) è cresciuta in una famiglia dove il padre era un uomo autoritario e violento. Quando era bambina, suo padre la picchiava e poi si scusava, dicendole che ci stava male, ma che era costretto a farlo per il suo bene. Crescendo, Marta ha interiorizzato l’idea che il dolore e l’amore potessero coesistere, che un padre potesse picchiare la figlia “per amore”. Così, quando ha incontrato un partner che alternava violenza e scuse, ha percepito il tutto come una forma distorta di affetto, una dinamica che, pur facendo soffrire, le era già conosciuta.
Per Marta, il partner che si scusava dopo ogni episodio di violenza era in qualche modo simile al padre che “ci stava male” dopo averla picchiata.
Questo ha reso ancora più difficile per lei capire che ciò che viveva non era amore, ma abuso. La sua storia ci mostra quanto sia difficile uscire da queste dinamiche quando esse sono profondamente radicate nel proprio passato.
Non È Una Questione di Debolezza: Capire i Meccanismi di Difesa
Uno degli errori più comuni è pensare che le persone che non riescono a lasciare una relazione tossica siano “deboli”, “masochiste” o “ingenue”. In realtà, restare in una relazione abusante è spesso una forma di sopravvivenza psicologica. La mente umana, di fronte al trauma, sviluppa dei meccanismi di difesa che permettono di adattarsi a situazioni di pericolo, anche se a lungo termine risultano dannosi.
Sopravvivere in Ambienti Tossici
Chi ha vissuto traumi relazionali durante l’infanzia ha imparato a gestire situazioni emotivamente complesse sviluppando strategie di adattamento, come la minimizzazione del proprio dolore o la ricerca di giustificazioni per il comportamento abusante. Questi meccanismi sono spesso inconsapevoli e proteggono la persona dall’affrontare la realtà dolorosa dell’abuso.
Una mia paziente ha raccontato che, durante la sua relazione, si ripeteva continuamente che “in fondo lui mi ama, anche se a modo suo”. Questo pensiero le permetteva di restare in una situazione che, se riconosciuta come realmente abusante, sarebbe stata intollerabile per lei.
È importante comprendere che queste strategie sono forme di sopravvivenza: non nascono da una debolezza, ma dal tentativo di proteggersi da un dolore troppo grande da affrontare.
Come Posso Aiutarti: Il Mio Lavoro per Rompere il Ciclo dell’Abuso
Nel mio lavoro di psicologa e psicoterapeuta, mi trovo spesso a lavorare con persone che non riescono a vedere l’abuso per quello che è, o che si sentono in colpa per non essere riuscite a uscire da una relazione tossica.
Il mio compito è quello di aiutarle a ricostruire una consapevolezza di sé e a recuperare la fiducia nella propria percezione.
La terapia diventa uno spazio sicuro in cui esplorare la propria storia e riconoscere come le esperienze passate abbiano influenzato le scelte relazionali presenti. È un processo delicato, che richiede tempo e pazienza, ma che può portare a una vera e propria rinascita emotiva.
La Tecnica EMDR: Spezzare il Ciclo di Normalizzazione dell’Abuso
L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una delle tecniche che utilizzo per aiutare le persone a liberarsi dal peso dei traumi del passato. Si tratta di una metodologia che facilita la rielaborazione dei ricordi traumatici, permettendo alla persona di elaborare il dolore e la sofferenza legati alle esperienze vissute, in modo che non interferiscano più con il presente.
Per saperne di più leggi questo articolo.
Dott.ssa Pamela Busonero
Psicologa Psicoterapeuta, riceve a Firenze in Piazza Indipendenza 21
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