Trigger emotivi, cosa sono
Molti dei miei pazienti arrivano in terapia con una sensazione di disagio che faticano a spiegare. Mi raccontano di situazioni quotidiane in cui si sentono sopraffatti da emozioni intense e sproporzionate rispetto all’evento scatenante. Una critica sul lavoro, un partner che tarda a rispondere a un messaggio, un collega che non li ascolta… sono episodi apparentemente banali, ma che attivano dentro di loro un dolore profondo, spesso inspiegabile.
Queste reazioni emotive non sono casuali. Sono il risultato di trigger emotivi, ovvero situazioni del presente che riattivano ferite del passato non elaborate.
In questo articolo esploreremo il concetto di trigger, come influenzano la nostra vita quotidiana e in che modo possiamo iniziare a riconoscerli per spezzare il circolo vizioso.
Cosa Sono i Trigger Emotivi?
Il termine “trigger” viene spesso usato per descrivere qualcosa che provoca una reazione emotiva intensa e immediata. Nel contesto della psicologia, i trigger emotivi sono situazioni, parole, comportamenti o contesti che risvegliano ricordi inconsci e non elaborati legati a traumi o esperienze negative del passato.
Quando un evento del presente ci tocca in un punto sensibile, è come se il nostro cervello “riavvolgesse il nastro” e ci riportasse a un’esperienza dolorosa del passato.
Questo accade perché le emozioni e le memorie traumatiche non sono archiviate nella nostra mente in modo lineare, ma rimangono latenti, pronte a riemergere quando un evento attuale le richiama.
Trigger e Reazioni Esagerate: Quando il Passato Si Sovrappone al Presente
Un aspetto comune dei trigger emotivi è che scatenano reazioni che sembrano sproporzionate rispetto alla situazione. Spesso, i miei pazienti mi dicono:
“So che non dovrei sentirmi così male per questa cosa, ma non riesco a farne a meno!”
Questo accade perché il cervello non sta reagendo solo all’evento presente, ma sta anche rivivendo un’esperienza passata. È come se dentro di noi ci fosse una parte “bambina” che si sente vulnerabile e spaventata proprio come allora.
Vediamo alcuni esempi pratici.
Esempio 1: Non Essere Ascoltati sul Lavoro
Immaginiamo una persona che, durante una riunione di lavoro, espone un’idea e viene ignorata. Il suo capo e i colleghi continuano la discussione senza prendere in considerazione il suo intervento. Questa situazione potrebbe scatenare una forte reazione emotiva: tristezza, rabbia, frustrazione, senso di inadeguatezza.
Se la reazione è particolarmente intensa e duratura, è possibile che il trigger abbia risvegliato una ferita più profonda. Magari, da bambina, questa persona ha vissuto in una famiglia dove i suoi bisogni e le sue opinioni non venivano considerate. Forse aveva genitori molto occupati, disattenti o severi, che non le davano spazio per esprimersi.
L’episodio attuale riaccende quel dolore antico, anche se la persona non se ne rende conto: non è solo il capo che non l’ascolta, ma è la bambina di allora che si sente invisibile e non riconosciuta.
Esempio 2: Dipendenza Affettiva e Paura dell’Abbandono
Un altro esempio comune riguarda le relazioni sentimentali. Una persona inizia una relazione e, non appena il partner si mostra meno presente o distante, viene travolta dall’ansia. Inizia a controllare il telefono, a chiedere continue conferme, a temere di essere lasciata.
Questa reazione può sembrare eccessiva rispetto alla situazione (magari il partner è semplicemente impegnato), ma se andiamo a scavare nel passato, spesso troviamo una ferita legata all’abbandono. Magari, da bambina, questa persona ha vissuto con un genitore emotivamente distante o ha sperimentato la separazione da una figura di riferimento.
Così, ogni volta che sente una distanza emotiva nel presente, il suo inconscio la riporta a quel dolore infantile. Il partner diventa inconsciamente il “sostituto” del genitore, e la paura dell’abbandono si riattiva con la stessa intensità di allora.
Come Riconoscere i Propri Trigger Emotivi?
Il primo passo per gestire i trigger è imparare a riconoscerli. Ecco alcune domande utili:
- Quali situazioni mi fanno reagire in modo intenso e sproporzionato?
- Quali emozioni provo? (paura, rabbia, vergogna, senso di colpa, tristezza…)
- C’è un ricordo o un’esperienza del passato che assomiglia a questa situazione?
- Qual è il mio dialogo interiore in quei momenti? (Es. “Non valgo niente”, “Sono sbagliato”, “Nessuno mi amerà mai”)
Liberarsi dai Trigger: Lavorare sulle Ferite del Passato
Sapere che una reazione è legata a un trigger è il primo passo, ma per spezzare il meccanismo bisogna andare oltre.
1. Imparare a Fermarsi
Quando sentiamo una reazione emotiva intensa, cerchiamo di fermarci un attimo. Respirare profondamente e chiederci: “Questa emozione riguarda davvero solo il presente o c’è qualcosa di più profondo?”
2. Connettersi con il Passato
Se un evento scatena un’emozione forte, proviamo a chiederci: “Quando mi sono sentito così in passato?” Spesso, le risposte arrivano spontaneamente.
3. Rielaborare il Dolore con un Professionista
Lavorare con un terapeuta può essere fondamentale per esplorare e guarire le ferite profonde. TRAUMI EMDR
Il processo terapeutico aiuta a riconoscere i meccanismi inconsci, a dare un senso ai propri trigger e a costruire nuove risposte emotive.
4. Praticare l’Auto-Compassione
Spesso, quando ci accorgiamo di avere reazioni “eccessive”, ci critichiamo. Invece, è importante accogliere con gentilezza queste emozioni e riconoscere che derivano da esperienze dolorose.
Conclusione
I trigger emotivi ci insegnano che il passato non è mai completamente sepolto, ma continua a influenzare il nostro presente.
Ogni volta che ci troviamo di fronte a una reazione intensa, abbiamo un’opportunità: quella di ascoltarci, di comprendere le nostre ferite e di iniziare un percorso di guarigione.
Se senti che le tue emozioni ti travolgono e vuoi approfondire il lavoro sui tuoi trigger, la terapia può essere uno strumento prezioso per riscoprire la tua storia e liberarti da schemi che non ti appartengono più.
Parliamone insieme. Il cambiamento inizia dalla consapevolezza.
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